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La Val di Mello

Percorrendo il sentiero di fondovalle della Val di Mello si entra in contatto con il granito e le sue grandi pareti. All’epoca questi enormi bastioni hanno rappresentato una vera e propria barriera per i Melàt, abitanti stagionali della valle che durante l’estate salivano fino a 2000 metri con i loro greggi di bestiame.

Oggi invece queste pareti non sono più un ostacolo, ma uno stupendo terreno di azione per gli arrampicatori. Un insieme di strutture rocciose e di lisce placche arrotondate chiamate con i nomi più fantasiosi, un po’ mistici e un po’ dissacranti, dai primi salitori.

Sono state, infatti, teatro di un’arrampicata rivoluzionaria che ha avuto il suo fulcro a cavallo degli anni 80, alimentata dal rifiuto degli ideali classici dell’alpinismo che ha portato alla scoperta e alla salita di queste strutture rocciose “minori” a bassa quota.

Alcune vie storiche

Sponde del Ferro: Mixomiceto, via Gossemberg

Il Pappagallo: Sette aprile

Precipizio degli asteroidi: Oceano Irrazionale, Bodenshaff, Amplesso complesso

Qualido: Il paradiso può attendere

Tempio dell’eden: L’alba del Nirvana

Sperone degli gnomi: Tunnel diagonale

Sarcofago: Cunicolo acuto

Dimore degli Dei: Il Risveglio di Kundalini

Scoglio delle Metamorfosi: Oracoli di Ulisse, Polimagò, Luna Nascente

Alkekekengi: Via dell’Assiolo

Sperone della magia: La sfera di cristallo

Placche dell’Oasi: Uomini e topi

Alcune vie mito

dell’arrampicata in aderenza

Precipizio degli asteroidi: Brutamato ye ye, Nada por Nada, Divieto di sosta

Trapezio d’argento: Stomaco peloso, Nuova Dimensione

Dimore degli Dei: Patabang

Stella Marina: La vedova nera, Flauto magico

Muro delle Vacche: Okosa

Alkekengi: Micetta bagnata, Mani di fata, L’infinito

Placche dell’Oasi: Cristalli di polvere

Sulle lisce placche della Val di Mello l’arrampicata è perlopiù in “aderenza”. L’equilibrio ed il saper caricare la scarpetta sui piccoli cristalli e funghi di roccia è la chiave per riuscire a salire. In questo mezzo secolo di storia, generazioni di arrampicatori sono riusciti a preservare il luogo, sia in senso ambientale sia dal punto di vista dell’etica alpinistica. Alcune delle vie sono tra le più famose e più belle delle Alpi, ma la loro fama non deve trarre in inganno, perché richiedono un’adeguata preparazione tecnica e mentale per essere affrontate.

Non si tratta di itinerari già attrezzati e alla portata di tutti, ma forse è proprio questo che ha fatto della Val di Mello un luogo leggendario nella storia dell’arrampicata moderna.